Sulla rotta del gufo di palude, una narrazione necessaria, dedicata alla vetta ischitana e ai dintorni, luogo vitale per la storia umana insulare, il Monte Epomeo, a 789 metri sul livello del mare con la sua punta più alta, dominatrice sulle colline che celebrano habitat e culture proteiformi, giochi pirotecnici di diversità. Occorrono sguardi attenti e desideri sostanziosi, per comprende differenze e segreti, evidenze e misteri. Ecco perché scaliamo l’Epomeo, anzi gli «epomei». La radice grecanica della parola lo spiega: è «lui» che tutto «vede» e, allo stesso tempo, «conosce», osservando.